Jan Jelinek, conosciuto anche con il nome Farben e Gramm, è diventato un produttore venerato della musica elettronica.
Trasferitosi a Berlino nel 1995 per laurearsi in filosofia e sociologia, Jelinek ha iniziato a sperimentare col campionamento.
La sua sperimentazione si trasforma col tempo in produzioni solide, e nel 1998 inizia a rilasciare registrazioni sotto il nome di Farben su Klang Elektronik.
Nell’aprile del 2000 pubblica il quarto Farben12 “, “Raw Micro”, e contemporaneamente registra con il nome di Gramm.
L’alias “Gramm” serve a Jelinek per creare un compromesso tra ascolto e musica da ballo.
Usando il suo campionatore come uno strumento per sezionare e mettere insieme nuovi brani, Jelinek passa all’etichetta “Scape” di Stefan Betke e realizza “Loop-Finding-Jazz-Records”.
Jelinek taglia e incolla sequenze jazz degli anni ’60 e ’70, rivisitate con strumenti audio per un prodotto finale unico.
Oltre a suonare dal vivo nei club, inizia ad esibirsi nei festival di musica elettronica contribuendo alla creazione di paesaggi sonori terrestri multimediali, all’Expo 2000 di Hannover.
Nel 2003 Jelinek torna con “La Nouvelle Pauvreté”, un disco molto vicino al precedente “Loop-Finding-Jazz”. Seguono altri lavori quali: “1+3+1” del 2003 in collaborazione con Triosk, “Kosmischer Pitch“(2005), “Tierbeobachtungen” (2006) e nel 2010 registra il disco “Bird, Lake, Objects” insieme a Masayoshi Fujita.

Masayoshi Fujita viene introdotto alla musica da Bon Jovi.
La sua prima esperienza all’estero, naturalmente, lo porta alla madre patria del rock, gli Stati Uniti ma dopo un anno torna in Giappone per studiare cinema.
Il suo amore per la creazione di filmati, però, si dimostra ben presto meno pronunciato della sua ammirazione per Bon Jovi, e decide così di imparare a suonare la batteria avvicinandosi al vibrafono e sperimentando per lo più jazz e composizioni influenzate dall’elettronica.
Determinato a non rispettare gli stili tradizionali e le tecniche di vibrafono, Masayoshi inizia a preparare il suo strumento con pezzi di metallo, strisce di stagnola e oggetti simili.
Il risultato sono suoni nuovi, simili a distorsioni, che contribuiscono ad ampliare lo spettro del vibrafono senza erodere però il carattere intrinseco dello strumento.
Oltre al suo stile estremamente ridotto di suonare, è questa sua ridefinizione sonora che lo rende così notevole e degno di nota agli occhi della critica.
Letteralmente preso nel suo incantesimo, diventa un piacere e un privilegio accompagnare il suo gioco musicale.
La copertina e il libretto di “Bird, Lake, Objects”, disco realizzato con Jan Jelinek, caratterizzato da oggetti astratti in bianco e nero, diviene un complemento visivo alla sua musica.

[ traduci | translate : Inglese ]